La vitamina K fa parte delle vitamine liposolubili, ovvero quelle che vengono assorbite assieme ai grassi alimentari e accumulate nel fegato.
Questo tipo di vitamina si classifica solitamente in vitamina K1 e vitamina K2. La prima è presente negli alimenti e serve a far funzionare in modo corretto il SISTEMA DI COAGULAZIONE DEL SANGUE, mentre permette alle ossa di assorbire il calcio è quindi di essere più forti. La seconda invece, viene prodotta dall’intestino dai batteri e arriva alle pareti dei vasi sanguigni, ma si può trovare anche in alimenti fermentati. C’è poi la vitamina K3, che è quella prodotta sinteticamente e contenuta in alcuni farmaci.
Abbiamo un fabbisogno giornaliero di vitamina K che varia a seconda dell’età: a un anno corrisponde a 10 mg al giorno, mentre a 14 anni il fabbisogno arriva a 45 mg e in età adulta, oltre i 25 anni, gli uomini hanno bisogno di 80 mg al giorno e le donne di 65 mg.
La vitamina K si trova negli spinaci, nella lattuga, nei broccoli, nel cavolo, nel cavolfiore, nelle cime di rapa, cavoletti di Bruxelles, nei carciofi, nella verza, nella frutta, nei cereali, nella carne, nei ceci, nei piselli, nelle olive, nelle uova, nel fegato, tanto per citare un po’ di prodotti di uso normale.
La carenza di vitamina K nel nostro organismo può IMPEDIRE LA CORRETTA COAGULAZIONE e quindi esporre al rischio di sanguinamenti. Però, poiché è presente in molti alimenti e anche nella produzione batterica dell’intestino, come abbiamo visto, È MOLTO DIFFICILE CHE SI VERIFICHI UNA CARENZA di questo nutriente.
Un po’ di attenzione deve essere spesa dai cardiopatici, meglio un consiglio medico, quando si può verificare un eccesso, raro.
Quando nelle persone adulte intervengono sintomi di sudorazione, vampate di calore, oppressione al petto, attenzione, possono essere conseguenza di ASSUNZIONE DI FARMACI COAGULANTI. Il parere di un medico è sempre, non consigliato, ma indispensabile.